Il 25 ottobre 2023 è stata lanciata a Bruxelles la nuova campagna dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), “Safe and healthy work in the digital age”. L’iniziativa, che si svolgerà nel biennio 2023-2025, intende sensibilizzare e promuovere la sicurezza e la salute sul lavoro, temi prioritari che dovranno andare di pari passo con il progresso tecnologico.
Una missione ambiziosa e impegnativa, della quale parliamo con Francesca Grosso, Responsabile della Sezione Modelli organizzativi e sostenibilità del Dipartimento Medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail.
La nuova campagna si rivolge a un mondo del lavoro in continua evoluzione, un mondo nel quale – come sottolineato dalla stessa EU-OSHA – intelligenza artificiale, cloud computing e robotica stanno oramai, sempre più, diventando parte integrante dei processi lavorativi. Quali opportunità e quali criticità vedete per il futuro?
L’instabilità degli attuali scenari socio politici, le crisi ambientali, economiche e anche sanitarie, hanno imposto di fatto alle imprese una maggiore agilità e resilienza in tutto il loro ecosistema, e un confronto continuo con fattori non solo endogeni ma anche esogeni alle loro organizzazioni.
Le aziende scommettono dunque sull’incertezza, in termini sia di gestione dei costi e del relativo ROI (Return on Investment), che di nuove strategie di business e modelli organizzativi.
La transizione digitale, che rappresenta senza dubbio la più rapida e sfidante delle trasformazioni in atto, ha contribuito a rafforzare la necessità per il mondo produttivo di gestire e anticipare i cambiamenti con un approccio strategico e sostenibile, cogliendone le opportunità e rispondendo alle sfide.
La digitalizzazione offre numerosi vantaggi, nel modernizzare l’organizzazione del lavoro, nel migliorare i processi operativi grazie all’automazione, nel progettare una nuova formazione con l’uso della realtà virtuale e delle simulazioni. Apporta benefici anche in termini di monitoraggio e prevenzione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: i sensori intelligenti e l’analisi dei dati in tempo reale possono ad esempio identificare potenziali rischi e prevenire incidenti.
La robotica, l’automazione, l’intelligenza artificiale, il metaverso, sono a supporto dei processi lavorativi, eliminando compiti ripetitivi, ad alta intensità di lavoro e non sicuri, migliorando le prestazioni, i tempi e l’efficacia degli interventi, garantendo maggiore flessibilità e autonomia. Ma la sfida principale è disciplinare il cambiamento con un approccio centrato sulla persona, creando valore condiviso o meglio relazionale.
È necessario, infatti, promuovere e misurare il dinamismo delle imprese e far crescere una cultura aziendale nei suoi molteplici aspetti, dalla leadership, ai valori, alla governance partecipata, alle competenze, che sia in grado di integrare le potenzialità aperte dai dispositivi tecnologici all’interno del business e della propria organizzazione interna, garantendo il benessere di tutti e un lavoro di qualità.
Gli approcci partecipativi si stanno rivelando sempre più efficaci nel migliorare proprio la sostenibilità sociale di impresa e il benessere organizzativo. Possono produrre in tempi brevi risultati concreti e condivisi e rispondono ai bisogni sociali emergenti di relazioni, ascolto e confronto tra le persone dentro e fuori l’impresa.
La sostenibilità è dunque l’unico paradigma, la vera forza trainante per la gestione dei cambiamenti in atto nel mondo del lavoro.
L’Inail è il Focal Point nazionale della campagna, può descrivere quale sarà il piano di attività nei prossimi due anni?
L’INAIL ricopre il ruolo di Focal Point per l’Italia, attraverso il coordinamento – da parte della Direzione Centrale Prevenzione dell’Istituto – ed opera in collaborazione con un network nazionale tripartito.
Tutte le iniziative sono progettate e condivise con la rete nazionale e supportate dai partner della campagna, dalle Direzioni regionali Inail e da Enterprise Europe Network.
Nel corso dei due anni della campagna saranno organizzati eventi e occasioni di divulgazione e diffusione di conoscenza sul tema della digitalizzazione e ssl, con aggiornamenti continui sui siti istituzionali in particolare negli ambiti tematici identificati da EU-OSHA: lavoro su piattaforma digitale, automazione dei compiti, lavoro da remoto e lavoro ibrido, gestione dei lavoratori tramite l’IA e sistemi digitali intelligenti.
Salute e sicurezza: quale può essere l’impatto della campagna per la sostenibilità delle imprese?
L’obiettivo della campagna è promuovere una corretta prevenzione e gestione dei rischi per la salute e sicurezza in luoghi di lavoro sempre più tecnologici e automatizzati.
Ma la campagna intende andare oltre, sottolineando quanto la transizione digitale che stiamo vivendo non sia solo da considerare in termini puramente tecnologici, ma anche con un forte impatto a livello organizzativo e sociale, quindi parliamo di cambiamenti nei processi, strategie e modelli di business dell’impresa, nonché di impatto sulle persone e sul loro modo di lavorare. Dunque di nuovi rischi e necessità di acquisire competenze adatte ai diversi setting aziendali e a sistemi socio tecnici sempre più complessi. La valutazione di tutti i rischi è dunque fondamentale.
Il messaggio trasversale di questa campagna è quello quindi di promuovere un approccio alle nuove tecnologie basato sulla centralità delle persone e sul rispetto dell’ambiente, in linea con i principi della sostenibilità.
Occorre innanzitutto rendere sicura e accessibile la tecnologia sin dalla fase di progettazione e creare un clima di fiducia e di responsabilizzazione attraverso politiche e procedure che proteggono la privacy, promuovano la sicurezza e la salute e garantiscano percorsi formativi continui e il benessere generale delle persone.
Da una parte quindi servirà intelligenza – non solo artificiale – nel progettare e produrre nuove tecnologie ma dall’altra parte sarà necessaria anche maggiore cooperazione, partecipazione e un comportamento etico per disciplinare le relazioni e le interconnessioni tra persone e tecnologie.
Il grande contributo di questa campagna alla sostenibilità delle imprese sarà in termini di trasferibilità di conoscenza e strumenti, di azioni di sensibilizzazione e di costruzione di sinergie.
Ritiene che per affrontare queste tematiche nel prossimo futuro ci sarà bisogno di nuove competenze?
Nell’ultimo rapporto del World Economic Forum si prevede che il 23% dei posti di lavoro cambierà entro il 2027, con la creazione di 69 milioni di nuovi posti di lavoro e l’eliminazione di 83 milioni. La crescente automazione e l’integrazione di sistemi intelligenti nei contesti lavorativi potrebbero quindi comportare la necessità di competenze sempre più aggiornate e nuove. Per questo motivo sarà sempre più importante l’adattamento delle competenze lavorative alle esigenze del futuro e dunque un investimento su una formazione non tradizionale ma orientata a costruire competenze utili a comprendere, gestire e ottimizzare tali tecnologie.
Ad esempio, la capacità di collaborare con intelligenza artificiale e di interpretare dati provenienti da sistemi cloud potrebbe diventare una competenza fondamentale.
In questo scenario in cui la digitalizzazione ha il potere di trasformare, distruggere e creare attività e compiti così rapidamente, portando a profondi cambiamenti nel mondo del lavoro, puntare anche sulle soft skill, sulle abilità sociali ed emotive delle persone rappresenta la strategia di successo.
Il World Economic Forum definisce le Soft skill come un imperativo di riqualificazione. Il pensiero analitico e il pensiero creativo rimangono le competenze più importanti per i lavoratori nel 2023 (WEF 2023).
Il pensiero analitico rappresenta in media il 9% delle competenze chiave dichiarate dalle aziende. Il pensiero creativo, un’altra abilità cognitiva, è al secondo posto, davanti a tre abilità di autoefficacia: resilienza, flessibilità e agilità; motivazione e consapevolezza di sé; curiosità e apprendimento permanente. L’affidabilità e l’attenzione ai dettagli sono al settimo posto, dietro l’alfabetizzazione tecnologica. Completano la top 10 delle competenze fondamentali due attitudini relative al lavoro con gli altri – empatia e ascolto attivo e leadership e influenza sociale – oltre al controllo di qualità.
Per quanto riguarda l’Italia solo il 46% della popolazione possiede competenze digitali di base (Digital decade report 2023) e ulteriore impegno è richiesto anche nell’insegnamento delle soft skill a partire dalle scuole.
Dobbiamo dunque lavorare molto sulla cultura della digitalizzazione ancora prima di progettare e realizzare dispositivi e macchine sempre più intelligenti.
Le imprese che mettono in campo buone prassi per la salute e la sicurezza dei lavoratori potrebbero avere una reputazione aziendale più positiva. È così?
Le buone pratiche rappresentano uno strumento di soft law sempre più consolidato per la diffusione di conoscenza e la condivisione di soluzioni per il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Il concorso “Buone pratiche” è infatti una componente importante di ogni campagna europea e contribuisce a dimostrare i vantaggi di una corretta gestione di sicurezza e salute sul lavoro, favorendo lo scambio di informazioni sulle buone pratiche in tutta Europa.
Nell’ambito della campagna 2023-2025 “Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale” il concorso si propone di dare risalto agli esempi di organizzazioni che si sono distinte nella prevenzione attiva dei rischi per la SSL relativi all’introduzione di sistemi digitali nel luogo di lavoro, con un approccio olistico in cui datori di lavoro e lavoratori siano impegnati a lavorare insieme.
La reputazione è attualmente un valore sociale fondamentale per un’azienda. Il World Economic Forum afferma che rappresenta almeno il 25% del market value di un’azienda. Quindi per un’impresa è importante poter rendere trasparente la migliore relazione con i propri stakeholder interni e esterni anche investendo nel miglioramento della salute e sicurezza dei propri lavoratori e lavoratrici e co-progettando buone pratiche con un approccio bottom-up.
La necessità di tale cambiamento, osservabile anche sotto l’aspetto “valoriale”, è confermato ad esempio con i fenomeni della great resignation e del quite quitting in cui emerge appunto l’importanza e la necessità di una “filosofia” condivisa a livello aziendale per il benessere ed una sana ed equa crescita di tutti.